Trauma cranico e disturbi della coscienza

La definizione clinica di trauma cranioencefalico (TCE), si riferisce alle conseguenze dell’azione di una forza meccanica esercitata sul cranio di un soggetto, di entità tale da comportare danni al tessuto cerebrale ed eventualmente anche alle strutture anatomiche esterne (cuoio capelluto, ossa della teca cranica ecc). In generale, i traumi cranici sono definiti chiusi, quando non comportano fratture della struttura cranica, oppure aperti, quando causano la frattura del cranio.

Cosa succede al cervello dopo un evento traumatico?
Ematoma cerebrale: a seguito di un evento traumatico, sia esso aperto o chiuso, le arterie e le vene che scorrono sopra, sotto e attraverso le membrane meningee possono essere stirate, distorte, forate o rotte. Ciò si traduce in una o più raccolte di sangue, gli ematomi.
Contusioni e lacerazioni cerebrali: le contusioni cerebrali consistono in piccole lesioni emorragiche che possono aumentare di dimensione nelle prime ore dopo il trauma, coinvolgendo inizialmente le regioni superficiali della corteccia cerebrale e la sostanza bianca (in caso di danneggiamento della pia madre e della membrana aracnoidea si parla di lacerazioni cerebrali).
Le zone cerebrali più a rischio di contusione sono le regioni frontali e temporali, principalmente a livello delle regioni anteriori e lateriali.
– Danno assonale: con danno assonale diffuso si fa riferimento alle tipiche lesioni permanenti di neurofilamenti o di altri organuli intracellulari causate da intense e prolungate sollecitazioni di forze inerziali secondarie ad accellerazione/decellerazione cui viene sottoposto l’encefalo in occasione di un trauma.
– Lesioni secondarie: le considerazioni in merito al danno assonale riconducono al delicato e complesso problema clinico, diagnostico e terapeutico dei danni secondari. Tra le principali condizioni che favoriscono il verificarsi di tali danni secondari vi sono:
Eccitotossicità: fenomeno che comporta un accumulo intracellulare di sostanze che determinano un ulteriore danno.
– Aumento della pressione intracranica.
– Idrocefalo post-traumatico.
– Epilessia post-traumatica.

Cosa sono i disturbi della Coscienza?
Nella quasi totalità dei gravi traumi cranici è presente uno stato di alterazione della coscienza di durata variabile.
– Coma:condizione caratterizzata dall’assenza di alcuni segni clinici specifici (apertura degli occhi, linguaggio e riposta a comandi). E’ uno stato indicativo di sofferenza cerebrale secondaria a interessamento post-traumatico della sostanza reticolare troncoencefalica, indipendemente dal mantenimento della respirazione e dell’attività circolatoria.
– Sato vegetativo: la comparsa dell’apertura degli occhi sancisce la fine del periodo di coma e indica la ripresa della vigilanza, ma non necessariamente indica il recupero anche della coscienza (intesa come consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante). Quindi, la condizione clinica in cui si verifica la dissociazione tra recupero della vigilanza e assenza di coscienza, è definita stato vegetativo.
– Stato di minima coscienza: questa condizione, a differenza dello stato vegetativo, è caratterizzata da fluttuanti momenti di interazione significativa con l’ambiente. Infatti, un paziente potrebbe: stabilire un contatto visivo, afferrare intenzionalmente oggetti, rispondere a comandi in modo stereotipato o rispondere con la stessa parola.
Il recupero dello stato di coscienza, è generalmente associato all’uso funzionale di un oggetto. Infatti, quando un paziente con pregresso stato di coma o vegetativo, è in grado di utilizzare funzionalmente alcuni oggetti (per esempio, portare alla bocca uno spazzolino o una forchetta), questo può essere associato a un recupero dello stato di coscienza.
La Coma Recovery Scale è uno strumento tecnico e complesso, che consente di discriminare le caratteristiche dei diversi stati di coscienza. Questa scala ha molteplici utilizzi. Infatti, può essere utilizzata a scopi diagnostici, di monitoraggio o riabilitativi. La valutazione standardizzata del livello di coscienza in un paziente che si sta riprendendo dal coma è essenziale per garantire un accurato monitoraggio longitudinale e un’efficace pianificazione delle cure. Inoltre, una diagnosi accurata consente una prognosi più precisa e affidabile del decorso della malattia e consente di fornire ai familiari riposte maggiormente affidabili. L’importanza di questo aspetto non può essere sottovalutata poiché la mancanza di uniformità, coerenza e precisione riduce la credibilità dei professionisti, creando conflitti tra operatori sanitari e familiari.

Come sta Michael Schumacher oggi?
Tutti noi ricordiamo il terribile incidente che ha coinvolto il pilota ben sei anni fa cadendo dagli sci sulla pista di Meribel.  Micheal, in quella occasione sbatté la testa contro una roccia che gli causò un grave trauma cranico e per tale motivo finì in coma.
Le fake news che riguardano il campione lo vedono, dopo sei anni, pronto alla fase di riabilitazione, ma purtroppo la realtà è diversa.
Gli ultimi aggiornamenti vengono dal quotidiano Le Parisien: Il giornale ha svelato che Michael è stato riportato in Francia per una cura di cellule staminali allo scopo di ottenere un’azione antinfiammatoria per tutto l’organismo. Il quotidiano ha pubblicato, inoltre, una conversazione con il personale medico: “Sì – avrebbe detto a un collega una dottoressa del reparto di cardiologia uscendo – è nel mio reparto. E ti assicuro che è cosciente”.
Shumacher, attualmente, potrebbe essere nella fase sopracitata di minima coscienza, questa fase permette di avere piccole interazioni con l’ambiente. Tuttavia, non si hanno a disposizione informazioni certe e affidabili.
Ci auguriamo che le condizioni del pilota possano ancora migliorare

Articolo scritto in collaborazione con la Dott.ssa Carmen Marasco

Bibliografia utile
– Cattellani R. Neuropsicologia delle sindromi post-traumatiche. Raffaello Cortina Editore, 2006.
– The Italian version of the Coma Recovery Scale-Revised (CRS-R). Francesco Lombardia et al. 2007.

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